Proiezioni 2018 su investimenti privati

La digital transformation non è ancora il principale volano della ripresa degli investimenti privati in Italia. Ma là dove viene affrontata sostiene produttività, investimenti e occupazione. È quanto emerge dalla sesta edizione del Rapporto Istat sulla competitività dei settori produttivi, secondo cui l’Italia “ha ancora molta strada da percorrere nella rincorsa alla rivoluzione digitale”.

Secondo i dati dell’Istat i due terzi delle imprese italiane sono “indifferenti” alla digitalizzazione dei processi produttivi e le imprese “digitali compiute” (alto capitale e alta digitalizzazione) sono solo il 3%.

Uno scenario che impatta sulla produttività del Paese: dal secondo trimestre 2013 al quarto 2017 l’Italia ha registrato un tasso di crescita congiunturale pari in media allo 0,2% (contro lo 0,4% dell’Eurozona), gli investimenti sono cresciuti a un tasso medio dello 0,5%, contro lo 0,9% dell’intera Unione europea. Inoltre emerge un divario rilevante sia sul fronte dell’utilizzo uso del web che della velocità di connessione.

“Complessivamente le analisi descrivono un sistema produttivo in transizione, con segnali di recupero sempre più estesi. Nell’ultimo biennio, la ripresa ha beneficiato di una dinamica più sostenuta degli investimenti fissi lordi, dopo il sostanziale ristagno del 2014-2015″.

(ISTAT)

Nel periodo 2016-2018, dopo il ristagno del biennio precedente, la ripresa ha beneficiato di una dinamica più sostenuta degli investimenti anche se rispetto ai principali Paesi dell’Ue economica e monetaria (Germania, Francia, Spagna), la ripresa si è manifestata “più tardi e con una dinamica più debole, soprattutto a causa del modesto andamento delle componenti che dovrebbero trainarla: i consumi finali e gli investimenti”.

L’istituto di statistica evidenzia che uno dei principali fattori di freno agli investimenti è la diversa dinamica dei processi di accumulazione di capitale materiale e immateriale: mentre il contributo degli investimenti in macchinari è in linea con quelli tedesco e francese (sia pure con maggiori sussidi alla spesa), il peso degli investimenti in capitale immateriale è minore e il loro contributo alla crescita più modesto.

Nel triennio 2014-2016 solo il 48,7% delle aziende italiane di industria e servizi di mercato con almeno 10 addetti ha svolto attività innovative. Di queste, secondo l’Istat, il 30,3% sono “Innovatori forti” (innovano prodotti e processi); quasi il 25% “Innovatori di prodotto” (ma non di processo); il 18,5% “Innovatori di processo” (ma non di prodotto); circa il 22% “Innovatori soft” (innovano solo l’organizzazione o il marketing); il 4,9% “Potenziali innovatori” (hanno svolto attività innovative che non si sono tradotte in innovazioni).

Le aziende che innovano sono in aumento rispetto al 2012-2014. Nella manifattura prevalgono gli “Innovatori di prodotto”; nei servizi gli “Innovatori soft”.

Un ruolo chiave lo hanno avuto le misure introdotte dal Piano Impresa 4.0 per la ripresa degli investimenti.

Secondo l’Istat il super-ammortamento ha svolto un ruolo “molto” o “abbastanza” rilevante nella decisione di investire nel 2017 per il 62,1% delle imprese manifatturiere, l’iper-ammortamento per il 47,6% (53,0% nelle medie imprese, 57,6% delle grandi); il credito d’imposta per spese in R&S è stato ritenuto rilevante dal 40,8% delle imprese.

Le spese in software sono previste per il 2018 dal 45,8% delle imprese mentre il 32% comprerà tecnologie di comunicazione M2M o Internet of things, il 27% connessione ad alta velocità (cloud, mobile, big data ecc.) e sicurezza informatica.

Nei primi quattro mesi del 2018 la fiducia delle imprese e i giudizi sugli ordini hanno manifestato alcuni segnali di debolezza che potrebbero condizionare negativamente le aspettative sulla domanda.

Tuttavia in presenza di prospettive di crescita positive e di un clima ancora favorevole sul mercato del credito, nel 2018 il recupero degli investimenti è atteso proseguire (+4,0%), trainato dalla spesa in macchinari e attrezzature e in proprietà intellettuale.

Nel complesso la quota di investimenti sul Pil dovrebbe continuare a salire al 17,9%.